INDICAZIONI DI BUONE PRATICHE PER LA SCUOLA SECONDARIA DI PRIMO E SECONDO GRADO
L’emergenza sanitaria legata allo scoppio dell’epidemia da Covid-19 ha avuto come conseguenza, in primis, la chiusura delle scuole di ogni ordine e grado per tutelare la salute di studenti, insegnati e personale ATA. Le misure adottate, pur corrette per contrastare efficacemente la drammatica situazione sanitaria attuale, hanno avuto a loro volta come conseguenza di lasciare gli studenti, soprattutto quelli più giovani, e le loro famiglie in uno stato di perplessità e insicurezza riguardo al futuro del restante anno scolastico. Quelle che seguono sono delle utili proposte per guidare e facilitare studenti, insegnanti e genitori nella necessaria ma complessa riorganizzazione dei momenti della giornata dedicati allo studio e all’apprendimento. Buone pratiche, quindi, suggerimenti e consigli che, se seguiti, possono sortire risultati davvero soddisfacenti per tutti gli attori coinvolti.
In questo momento di confusione e incertezza diventa difficile pensare ad un’organizzazione stabile e duratura nel tempo sia della quotidianità che delle attività straordinarie e ricreative.
La scuola, come la famiglia rappresenta per i ragazzi un sistema sociale fondamentale che fornisce : sicurezza, regole, socialità e stabilità. Non è possibile pensare di sospendere, non solo l’insegnamento ma anche la trasmissione di quei valori che sono fondamentali per lo sviluppo dell’individuo.
Come ogni situazione nuova ed inaspettata, possono insorgere dei momenti di confusione, ai quali però è possibile dare nuove risposte, attraverso un ripensamento dei metodi tradizionali. La tecnologia avanza, cosi come aumenta la diffusione di strumenti tecnologici che se ben utilizzati possono rappresentare un bel momento di incontro e di scambio, nonché dei mezzi con cui continuare a raggiungere gli obiettivi di apprendimento prefissati.
Sia la scuola che le famiglie sono chiamate a trovare nuovi modi per continuare a favorire, il raggiungimento dei principali compiti di sviluppo, ripensando ad uno spazio comune in cui entrambi i sistemi possono collaborare e trovare nuove modalità di relazione.
Grazie alla nostra esperienza come professioniste ed al confronto avvenuto con le figure maggiormente coinvolte nel processo formativo ed educativo dei ragazzi , ci proponiamo di dare il nostro contributo nell’individuazione di “ buone pratiche” riscoperte in questo periodo di emergenza assoluta.
Tenendo conto che nello svolgere il nostro lavoro favoriamo la collaborazione tra famiglia, insegnanti e professionisti, questo sarà l’approccio con cui andremo ad affrontare i punti successivi.
Non volendo essere prolisse, iniziamo ad elencare per praticità le indicazioni più o meno generiche che abbiamo raccolto per continuare a tenere una didattica proficua, ci scusiamo se risultiamo confidenziali, vogliamo farvi sentire la nostra vicinanza.
1) Insegnanti – Vi è chiesto un enorme sforzo per continuare a esercitare un diritto esplicitato dalla Costituzione Italiana: il diritto all’istruzione. Noi suggeriamo di cercare il più possibile la collaborazione tra colleghi della stessa materia in modo da decidere tra voi esperti con quali argomenti procedere e come strutturare le lezioni a distanza. Inoltre suggeriamo di collaborare con i colleghi del consiglio di ogni classe in cui insegnate così da favorire l’organizzazione delle lezioni della classe stessa. Questo lavoro di confronto non solo aiuta a tenere le fila del proprio lavoro ma perette di sentirsi parte di un gruppo di lavoro e permette la scelta di applicazioni o di piattaforme a voi congeniali , utili a rendere tutto il lavoro proficuo.
2) Le lezioni possono essere sottoforma di videoconferenza – diretta streaming- o videolezioni -registrate e poi visibili-. Ogni docente dovrebbe scegliere la forma che gli torna più comoda, considerando quale piattaforma per lui/lei è più agevole da usare e cosa è più congeniale per la propria materia. La videoconferenza fornisce l’enorme vantaggio di dare la possibilità di interagire quindi di poter fare domande se qualcosa non è chiaro all’alunno e di avere un’attenzione maggiore, considerando che molti studenti hanno difficoltà nello stare attenti. Le videoconferenze tuttavia richiedono delle piattaforme in cui coincidano i diritti alla privacy e la contemporaneità di un numero elevato di alunni connessi. Le videolezioni sono registrate ed hanno il pregio di poter essere viste più volte, così se un alunno non ha compreso può riguardare il video, tuttavia, viene a mancare l’interazione.
3) Come si può notare abbiamo citato due metodi in cui l’insegnante viene visto: alcuni potranno provare imbarazzo, altri non crederanno di essere seguiti o altri ancora sosterranno che non è una didattica “vera”. In questo periodo di emergenza assoluta la didattica a distanza sembra essere una soluzione valida per la continuità formativa. Inoltre, per i ragazzi, continuare a sentire e vedere il PROPRIO insegnante è un qualcosa di rassicurante. Voi ci siete per loro, anche se non in classe. Consideriamo l’auspicante scenario che si ritorni nelle scuole a breve: non bisognerà completamente ripartire da zero. Piccola postilla: continuare a rivolgervi a loro con lo stesso tono e le stesse espressioni con cui siete soliti rivolgervi.
4) Noi consigliamo di fare delle micro-lezioni di vostro pugno, perchè ci sono tanti tutorial sul web ma di Vostri tutorial per i VOSTRI ragazzi, no, quelli li potete fare solo voi. Per la scelta di diffondere o meno i vostri materiali agli alunni, potete riferire ai vostri dirigenti scolastici. Sappiamo che alcuni di voi sono genitori, può essere difficile registrare lezioni ad alta frequenza; in questi casi consigliamo di organizzarvi al meglio con gli altri docenti per incastrare tutti gli impegni a cui assolvere oppure di scegliere un docente di riferimento della stessa materia che insegna in un’altra classe dell’istituto.
5) Le micro-lezioni non dovrebbero superare i 25 minuti di contenuto, aggiungendo 5 minuti di saluti iniziali e finali del docente. La lezione a distanza deve essere breve in quanto i livelli di attenzione dei ragazzi sono ridotti, gli spazi in alcune case sono ristrette ed è difficile seguire. Dove possibile, oltre ad una breve spiegazione orale proseguire con più esempi pratici possibili.
6) Ad ogni microlezione aggiungere delle dispense o degli schemi: è un grande sforzo ma in questo modo è possibile raggiungere quelle famiglie che non hanno mezzi consistenti (linea internet libera, wi-fi che regge, dispositivo proprio o spesso neanche i genitori ne dispongono uno proprio). Consigliamo di affiancare dispense o schemi da accompagnare alle lezioni da distribuire a tutte le famiglie e che siano adatti anche per ragazzo con disturbo specifico di apprendimento o con bisogni educativi speciali così da ottimizzare le risorse.
7) Per le microlezioni consigliamo massimo 3 al giorno, ogni docente dovrà considerare di fare la metà delle lezioni previste dall’orario settimanale. Ad esempio, se un insegnante ha un orario che prevede 6 ore settimanali, dovrebbe sostenere 3 lezioni da 30 minuti ciascuna.
8) Ogni classe dovrebbe disporre di un calendario condiviso tra docenti in cui fissare le microlezioni. Sarebbe più semplice fissare le lezioni agli orari soliti degli insegnante per fare in modo che restino il più fissi possibili, tenendo così il ritmo di apprendimento e realizzando delle routine.
9) Per i ragazzi tutelati dalla Legge 104/92 suggeriamo il totale coinvolgimento dell’insegnante di sostegno e che costui abbia il ruolo di potenziare la relazione scuola/famiglia.
Considerando la già delicatissima situazione in cui versano le famiglie con ragazzi affetti da disabilità, la presenza di una figura istituzionale e che conosce il ragazzo si rivela preziosa.
Gli insegnanti di sostegno possono o seguire le video lezione dei colleghi e/o riorganizzare i materiali affiancati alle spiegazioni e renderli fruibili alle famiglie.
10) Inoltre consigliamo un micro scheda di verifica da allegare alla dispensa sia sotto forma di poche domande aperte (in modo che chi non abbia la stampante possa semplicemente ricopiarle sul proprio quaderno e rispondere per forma scritta) o domande a risposta multipla (realizzando documenti editabili da poter realizzare al computer o i ragazzi possono ricopiare la domanda e la risposta sul quaderno). Le schede sarebbero l’occasione per autovalutare la comprensione dell’argomento ed essere occasione di chiarimento da parte degli alunni.
11) Per le comunicazioni suggeriamo l’uso di mail istituzionali dei singoli docenti o per quelle famiglie che non dispongono di mezzi sufficienti consigliamo forme di contatto più private, stabilendo limiti in modo chiaro (non diffusione allo studente e chiamate ad orari specifici).
Oltre a questi suggerimenti vogliamo ricordare il ruolo che la famiglia esercitata nella sua funzione non solo educativa ma anche come sostenitrice favorendo il processo formativo del ragazzo. Anche le famiglie sono chiamate a compiere alcuni sforzi.
Questo è un periodo che richiede la riorganizzazione della nostra vita e delle nostre attività, occorre quindi darsi del tempo e soprattutto, serve, una reciproca compressione delle difficoltà che possono insorgere nella vita quotidiana.
Sarebbe utile ricordare ai genitori di essere presenti e seguire il lavoro che gli insegnanti propongono, creando un clima di collaborazione e di fiducia, pensando che tutti, nello stesso modo, viviamo disorientamento ed incertezza è fondamentale far passare il messaggio ai figli che non siamo in un periodo di vacanza e di relax e di spiegare, in base all’età del ragazzo, cosa sta succedendo. Sarebbe opportuno mantenere la stessa routine, con orari più o meno stabili di sveglia, dei pasti e lo spazio dedicato alle lezioni. È opportuno che il genitore stabilisca un limite di utilizzo giornaliero di tablet e giochi pensando di dover includere le attività didattiche nella quotidianità.
Non tutto è perduto ed anche in un momento di pausa forzata possiamo trovare del positivo in quello che accade . E’ questa un‘occasione per seguire i figli da vicino, con calma e con la voglia di creare rete ed alleanze per sentirsi parte di un sistema più grande, in cui , se i membri collaborano, è possibile raggiungere risultati concreti.
Dott.ssa Barbara Calcinai e Dott.ssa Paola Fusco