L’adolescente si trova a fronteggiare cambiamenti che avvengono sia all’interno del suo corpo che all’esterno (famiglia, scuola, gruppo dei pari ecc.). Questi cambiamenti richiedono atteggiamenti nuovi e ciò comporta l’acquisizione di nuove strategie che devono essere imparate rispetto alle età precedenti.
Anna Oliverio Ferraris individua nei punti che seguono i principali compiti che l’adolescente deve assolvere.
– il rapporto con il corpo che cambia: Il corpo che cambia comporta all’esterno una trasformazione totale, il ragazzo si ritrova in una “pelle” sconosciuta che ritocca altezza, forme, muscolatura e si trova a dover fare i conti con una nuova e sconosciuta immagine, che però gli appartiene.
Come sappiamo, l’individuo non vive distaccato dal contesto ambientale e culturale in cui cresce, di conseguenza il suo sviluppo è fortemente influenzato dalla cultura che lo circonda, dai valori da essa esaltati e dai modelli proposti. L’adolescente, infatti, si arricchisce dell’immagine che vede riflessa negli altri e il bisogno di convalida, un tempo soddisfatto dai genitori, si rivolge ora al sociale.
Aumenta in questo periodo l’interesse degli adolescenti per il proprio corpo, il peso e l’aspetto, a cui viene dato un significato nuovo e che viene investito di vissuti più intensi rispetto a quanto non accadesse in precedenza.
In alcuni casi si ha una scissione, una divisione tra il Sè e il proprio soma, in altri casi, un rifiuto per il proprio corpo che cambia. Il rifiuto di accettazione è spesso la mancata voglia di crescere, di uscire dall’idea di protezione che si ha nell’infanzia, come nel caso dell’ anoressia e bulimia .
Molto importanti in questo momento sono le norme, gli ideali, i valori della cultura dominante che delineano gli standard di bellezza con cui si definiscono gli altri e che condizionano la percezione del proprio corpo. L’attenzione dell’adolescente è tutta centrata sugli effetti esterni, cioè sull’accoglienza che il gruppo dei coetanei esprime, sul grado di successo raggiunto nell’essere ammirati e desiderati: allora il corpo palestrato colpisce gli adolescenti e può causare spesso confusione tra ciò che è utile, oppure dannoso e magari anche eccessivo. Si attraversano, momenti di incertezza, di tristezza e di paura. Tutto questo può portare a sentimenti negativi, disprezzo verso sé stessi o verso i propri genitori che hanno generato un corpo con tanti difetti, insoddisfazione che può portare ad atteggiamenti autolesionistici, diete drastiche, confusione e, addirittura, isolamento.
In generale, la maggior parte degli adolescenti, supera la trasformazione del corpo senza eccessivi problemi.
– una nuova identità: James Marcia suggerisce quattro stati di identità che dipendono da aver superato una crisi di identità e aver preso o meno degli impegni professionali, di vita .
1) Diffusione di identità : è la prima fase dello sviluppo dell’identità durante l’adolescenza. L’adolescente si trova in questo stato quando non ha ancora preso alcun impegno e non sta ancora esplorando le alternative che gli si presentano. In questa fase l’adolescente non si preoccupa della sua identità. Si tratta di uno stato che prima o poi si romperà, in quanto l’adolescente si vedrà costretto a sviluppare un’identità personale a causa dell’emergere di una crisi di identità o delle pressioni sociali che accompagnano qualsiasi impegno importante.
2) Moratoria di identità : questa è la fase che in un normale sviluppo di solito segue la diffusione di identità. L’adolescente si ritrova nella moratoria di identità quando ha sofferto una crisi di identità, ma non ha ancora sviluppato alcun impegno in nessun ambito.
A questo punto l’individuo cerca, esplora, prova diverse alternative, senza riuscire a sceglierne con certezza nessuna. È una fase pericolosa, in quanto se, ad esempio, l’autostima dell’adolescente barcolla, può finire per abusare di sostanze che creano dipendenza (alcol, tabacco, cannabis…).
“L’individuo cerca, esplora, prova diverse alternative, senza riuscire a sceglierne con certezza nessuna.”
3) Identità realizzata: è lo stato in cui l’adolescente ha superato la fase di moratoria e ha optato per certi impegni ideologici, professionali e personali. Dopo la crisi di identità e dopo aver esplorato le varie opzioni, l’individuo sceglie la strada che vuole seguire per continuare a svilupparsi come persona.
Questo lo porta alla costruzione della propria identità e ad avere un’idea di chi è. In seguito, la persona si sentirà sicura di sé e mostrerà un assestamento positivo sia a livello comportamentale che personale.
4) Blocco di identità: a volte può succedere che questi non esplori mai le sue opzioni e non attraversi un periodo di moratoria. In questo caso, costruirà la sua identità attraverso i consigli o la guida di un adulto.
Le persone che si trovano in questo stato mostrano un miglior assestamento rispetto a quelle che si trovano in moratoria o in diffusione. Tuttavia, resta comunque uno stato piuttosto instabile e molto più insicuro rispetto a quello di identità realizzata.
Erikson, noto psicologo, che ha studiato molto l’adolescenza sostiene che in questa fase un periodo di ambiguità e di incertezza a prescindere da tutto sia funzionale e necessario per la crescita
confrontarsi con il mondo esterno: è il momento in cui si impara a relazionarsi in modo differente a seconda dei contesti, ad essere tollerante e comprensivo, a capire le esigenze degli altri in modo differente a seconda del luogo sociale in cui si trova
– rendersi autonomi dai genitori: bisogna passare dalla modalità genitore – figlio ad adulto – adulto. Il processo è molto lungo e spesso l’adolescente oscilla in prove tra autonomia e protezione. I genitori possono favorire od ostacolare il processo di autonomia. Ad esempio, la costituzione di una nuova famiglia, con l’ingresso di un nuovo partner, puo’ accelerare il processo di indipendenza.
– la sessualità : La sessualità non è solo ciò che ha a che fare col corpo che si trasforma ma è qualcosa di più complesso. È anche il risultato dei valori trasmessi sia a livello culturale che famigliare (non solo in termini di ciò che è giusto e sbagliato e quindi di valori morali, etici, religiosi), ma soprattutto di “valori di relazione” che passano necessariamente attraverso lo stare in relazione con l’altro e proprio per questo spesso fonte di incomprensioni e dolore anche tra gli adulti. Se riusciamo a comprendere che la sessualità porta con sé questa ricchezza, questa complessità, possiamo facilmente comprendere che la prima forma di educazione sessuale cresce all’interno di un buon legame con le figure genitoriali e tra le figure genitoriali, e quindi non inizia quando i figli entrano in pubertà e le trasformazioni del corpo richiedono ai genitori di mettere parola su quello che sta accadendo, ma molto prima, fin da quando i bambini sono piccoli.
– identificare obiettivi e fare proprie delle scelte di vita in campo lavorativo, sociale e sentimentale: avere un progetto di vita è fondamentale ma anche permettersi di poter cambiare idea; infatti alcuni obiettivi non vengono raggiunti, altri vengono sostituiti dagli altri. La guida di un adulto di riferimento è fondamentale e occorre che si capace di ascoltare, consigliare e guidare.
Dott.ssa Barbara Calcinai