Spesso separazioni e divorzi sono causa di forti tensioni e conflitti familiari che riguardano la futura gestione dei figli della coppia che si sta separando. E’ in questi casi che i genitori hanno bisogno dell’aiuto di un professionista per negoziare su tutto ciò che riguarda  tale gestione. La mediazione familiare è quell’intervento che favorisce la cogenitorialità della coppia in via di separazione o divorzio anche attraverso l’incontro con i figli, rendendo consapevoli tutti e due i genitori e nello stesso  modo, di quello che è il proprio ruolo, quindi unendoli in quanto tali, sebbene si stiano di fatto separando come coppia. Il mediatore familiare è un professionista qualificato e adeguatamente formato (spesso è uno psicologo oppure un avvocato) esperto nella gestione dei conflitti, la cui funzione è quella di favorire la cooperazione tra i due genitori affinché vengano presi i migliori accordi possibili per entrambi circa la futura gestione dei figli. Il mediatore familiare è una figura imparziale, non giudicante, che facilita la comunicazione tra i due coniugi che si stanno separando. Uno dei momenti più delicati da affrontare per la coppia che si separa è proprio quello di comunicare questa decisione ai figli e se alcune coppie riescono a farlo in maniera cooperativa, ecco che invece altre non ne sono in grado e hanno bisogno dell’aiuto di un mediatore familiare. Va tenuto presente che lo stile della comunicazione delle coppie che non si sono rivolte ad un mediatore sarà diverso a seconda del tipo di separazione che la coppia sta vivendo.

Secondo lo psicologo Robert Emery esistono infatti tre tipi di divorzio ai quali si possono far corrispondere tre diverse modalità comunicative:

Nel divorzio cooperativo i genitori sono in grado di discutere, confrontarsi e manifestare le proprie emozioni negative, tenendo però al riparo i figli dai propri conflitti. Si tratta di genitori che riescono ugualmente ad essere felici quando sono insieme perché condividono appunto l’amore che nutrono per i propri figli. In questo caso, secondo Emery, è possibile fare una comunicazione congiunta circa la separazione, decidendo insieme cosa dire e come. Ciò che è fondamentale è riuscire a dimostrare ai propri figli in maniera concreta l’amore che gli si porta e che si è in grado di continuare a collaborare serenamente per il loro bene. Non bisogna comunque dimenticare che separazioni e divorzi provocano un certo grado di dolore e sofferenza in tutti coloro che ne sono coinvolti, ed è necessario concedere sia a se stessi che ai propri figli degli spazi per l’espressione di sentimenti ed emozioni negativi.

Il secondo tipo di divorzio individuato da Emery è quello distante, nel quale la coppia non coopera e non collabora perché entrambi i membri sono troppo presi dal non manifestare le proprie emozioni, quali la rabbia e il dolore, sono troppo concentrati ognuno sulla repressione di ciò che prova, perciò i figli sono rimasti al di fuori delle liti. Ma secondo Emery i figli dovrebbero potersi fare un’idea di ciò che sta accadendo, perciò sarebbe opportuno che i genitori si accordassero su come comunicare la decisione di separarsi e interagissero con i figli separatamente. Quando ciò non è possibile, è opportuno il coinvolgimento di un mediatore familiare. In questi casi l’obiettivo è trovare una strada che vada bene a tutti e due e che eviti interferenze nelle scelte l’uno dell’altro.

Infine, Emery parla di divorzio ostile quando entrambi i membri della coppia in via di separazione sono talmente presi dalla propria sofferenza che non riescono neppure a vedere i propri figli. In questo caso, i genitori non sono in grado di comunicare ai figli la decisione di separarsi ed è opportuna la richiesta d’aiuto a un terapeuta per poter gestire le emozioni e affrontare l’elaborazione del dolore provocato dalla separazione.

Come emerge chiaramente da questa breve panoramica, le ripercussioni sui figli delle separazioni e dei divorzi dei genitori possono essere di diverso tipo, in parte causate anche dalle manipolazioni messe in atto dai genitori per gestire le proprie emozioni negative. Alcune ripercussioni purtroppo possono avere effetti distruttivi; inoltre, spesso le coppie che si separano, travolte dai propri conflitti, ingaggiano delle vere e proprie battaglie legali con la finalità di provocare sofferenza all’ex coniuge, senza tener conto del fatto che in realtà stanno trascinando sul campo di battaglia i loro stessi figli.

Per le coppie in via di separazione che hanno figli ma non riescono a mantenere un rapporto collaborativo e cooperativo, sarebbe opportuno perciò rivolgersi a professionisti della mediazione familiare, che possono aiutarli concretamente a raggiungere degli obiettivi condivisi sulla riorganizzazione familiare in vista della separazione.

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